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Logopedia e sorriso: ne parliamo con Chiara Castellani

Intervista a Chiara Castellani, logopedista

Dopo la veloce panoramica sulla logopedia fatta in questo articolo, oggi approfondiamo l’argomento con Chiara Castellani, logopedista presso lo Studio Angi Turco.

Lo facciamo sotto forma di intervista, perché le parole dei professionisti valgono non solo per quello che dicono, ma anche per l’entusiasmo che lasciano traspirare.

Ciao Chiara, ci racconti qualcosa sul tuo curriculum?

Ciao a voi! Il mio percorso è così riassunto: nel 2014 mi laureo in Logopedia, a Milano. Giusto il tempo di tirare il fiato, e sono subito a lavorare nello studio di un ortodontista lombardo. Lui, molto bravo, si batte da sempre proprio per la collaborazione tra le discipline strettamente legate ai denti e la logopedia. Passo poi a Padova, dove mi specializzo nell’attività con i pazienti più giovani. E ora eccomi qui, in forze allo Studio Angi Turco.

Parliamo di cose pratiche. Come si scopre, in genere, la necessità di un trattamento di logopedia nell’ambito dello studio ortodontico?

Sono proprio i dentisti ad accorgersene. Tutto parte dal movimento della lingua, che può essere ovviamente corretto – cioè verticale – oppure non corretto. In quest’ultimo caso, la causa è una malocclusione, che fa sì che la persona, nel tempo, si sia abituata a deglutire in modo sbagliato.

Il che significa…

Che dai e dai, la lingua rovina il sorriso. Pensa che si arriva addirittura alle recidive ortodontiche: dopo il trattamento con l’apparecchio, i denti vengono ancora una volta spostati dalla lingua, vanificando il lavoro!

A questo punto, il paziente viene dirottato nel tuo studio.

Esatto. Eseguo una valutazione approfondita, incentrata su masticazione e respirazione, e metto insieme la selezione di esercizi che dovrà fare.

Ci tengo però a specificare una cosa: non tutti gli ortodontisti sono così attenti, da accorgersi dei movimenti sbagliati della lingua. Direi che anche da questo punto di vista, con lo staff di Angi Turco non si sbaglia: l’esperienza e il numero di pazienti trattati negli anni fanno sì che sappiano riconoscere non solo chi ha bisogno di un trattamento di logopedia, ma anche chi potrebbe trarne giovamento.

Hai detto esercizi che il paziente “dovrà fare”, cioè?

Certo, perché la mia disciplina si basa sul lavoro del paziente.

E con i pazienti più piccoli?

Con i bambini il lavoro è piuttosto interessante, perché si agisce soprattutto in termini di prevenzione, anche con i bambini molto piccoli. Soprattutto, lavoro sul versante respiratorio, perché una respirazione non corretta rischia di compromettere il corretto sviluppo del palato. Lavoriamo allora sullo sviluppo della respirazione nasale, e facciamo esercizi che rinforzano la muscolatura della bocca.

Tra l’altro, l’attività con i piccoli si sposa alla vocazione dello Studio.

A che età si comincia a lavorare con i bambini?

Prescolare. Solitamente, dai tre anni.  

Per quanto riguarda la masticazione, che hai nominato prima, cosa puoi dirci?

Si lavora su due anomalie: da una parte, con chi spinge in avanti con la lingua, dall’altra, con chi soffre di problematiche TPM (tempo-oro-mandibolari). Spesso affronto situazioni asimmetriche, dovute al fatto che – ad esempio – la persona soffre a masticare da un lato, e quindi sviluppa posizioni e movimenti della lingua e dell’articolazione sbagliati. Anche qui, esercizi mirati e costanza risolvono la situazione.

Ultima domanda, e ti lasciamo tornare in studio… dato che sembri piuttosto indaffarata! Quanto dura un trattamento logopedistico?

Ti darò la risposta che nessuno vuole mai sentire… dipende! Dipende dal singolo caso, dall’entità del movimento da correggere, dall’età del paziente, dagli obiettivi. In media, comunque, mi sento di dire che un intervento di logopedia dura circa 3 mesi.

Davvero esauriente, grazie Chiara!

Grazie a voi!