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Denti storti nei bambini e negli adolescenti: c’è rapporto con il bullismo?

I denti storti sono presi di mira dai bulli, articolo

Il nostro aspetto fisico è la prima cosa che le persone vedono di noi, e il primo strumento che usano per dare una prima interpretazione di chi hanno davanti. Lo stesso aspetto fisico ci influenza quando “sentiamo” come le persone reagiscono, e contribuisce – spesso anche fortemente – alla percezione che abbiamo di noi stessi.

Nei bambini, che stanno scoprendo che il mondo è fatto anche di “altri”, e negli adolescenti, che si trovano a scoprire le mille forme della socialità (alle volte un po’ a forza, quando escono dal nido protetto della famiglia), il modo in cui le persone reagiscono al loro aspetto può avere effetti dirompenti, andando a influire non solo sulla consapevolezza di sé e sull’autostima, ma anche sul benessere psicologico presente e futuro.

All’interno di questa dinamica, viene spontaneo chiedersi: quanto contano i denti e il sorriso nella percezione di sé? Quando i “denti storti” possono diventare oggetto di presa in giro, se non addirittura di bullismo?

Il sorriso cambia la percezione di sé

L’abbiamo raccontato in questo articolo: un bel sorriso è prima di tutto salute e funzionalità. L’estetica ha il suo valore, ma non deve essere il motivo esclusivo per il quale pensare ad un percorso di ortodonzia. Ma estetica e funzione non sono in contrasto, e basta una metafora “naturale” per dimostralo: se un fiore non si apre armonicamente e con la sua fragrante bellezza non attira gli impollinatori, la sua funzione non è adeguata. 

Il primo ruolo dell’apparecchio ai denti – di qualunque tipologia sia – è quello di dare alla persona un sorriso privo di difetti, che non comprometta masticazione, parlata, respirazione e postura, e che trasmetta quel concetto che chiamiamo armonia.

Le cose però prendono un’altra piega durante la fase di crescita: quel momento delicato in cui il benessere dei ragazzi è legato anche alla percezione di sé e al proprio aspetto fisico. Il mondo esterno può causare insicurezze, che vanno capite – è il ruolo dei genitori – e gestite al meglio.

Uno studio, compiuto su quasi un migliaio di ragazze e ragazzi giordani, ha individuato come in quasi la metà dei casi di bullismo, un sorriso non perfetto venga preso a bersaglio di scherzi e offese. Denti storti, mancanti o sporgenti superano addirittura il peso e la forma fisica come trigger di spiacevoli attacchi.

Non solo. Sono in aumento gli studi che mettono in relazione le malocclusioni dentali con una qualità della vita non ottimale in bambini e ragazzi. In particolare, si inizia a parlare di Oral Health-related Quality of Life, un indicatore che misura quanto la salute orale si ripercuota sul benessere emotivo dei ragazzi.

Questo indicatore spiega anche come i difetti più diffusi – e più influenti su autostima e percezione di sé – siano i denti superiori sporgenti, gli incisivi distanziati, la mandibola piccola o il viso troppo allungato, spazi poco estetici e asimmetrie marcate.

Una curiosità. I paleoantropologi hanno ipotizzato la comparsa del sorriso nei nostri antenati paleolitici come modo di comunicare un messaggio rassicurante di passato pericolo durante la caccia o in altre situazioni difficili. Questa tecnica si è sviluppata in uno strumento di comunicazione non verbale di grande efficacia e di frequente uso. Non poter sorridere senza complessi equivale a perdere un grande canale empatico e comunicativo nei confronti degli altri.

Quello che non vuoi per i tuoi figli

È spiacevole quando un difetto fisico, magari leggero, ingigantisce nella percezione che un giovane ha di sé, minando l’autostima. In quest’epoca di selfie e social, quando può diventare terribile il non sentirsi liberi di sorridere per paura di mostrare i denti?

Ecco quindi che l’ortodontista può partecipare positivamente al benessere psicologico, e non solo fisico, di un bambino o di un adolescente, correggendo il sorriso dei giovani pazienti in modo che anche la percezione personale si faccia meglio definita, la sicurezza in sé più forte, l’autostima porti ad una qualità della vita migliore… e si finisca fuori dal radar del bulletto della classe.

È tra gli 11 e i 14 anni, nel passaggio tra infanzia e adolescenza, che gli attacchi del mondo esterno alla consapevolezza del proprio aspetto fisico si fanno più intensi… o spietati. Se questo fortunatamente non si traduce in un infallibile rapporto di causa-effetto, perché non sempre i denti storti rappresentano un problema psicologico, tuttavia si tratta di una problematica da intercettare, capire e, se possibile, affrontare nel migliore dei modi.

Si deve intervenire sempre con l’apparecchio? 

Sì e no.

Diciamo che conviene prima di tutto agire di prevenzione, programmando una prima visita odontoiatrica tra i 6 e i 7 anni. A questo punto, a seconda del parere dell’odontoiatra, è possibile programmare la correzione dei “denti storti”, che mediamente può avvenire – casi difficili esclusi – già durante l’adolescenza. 

Ci vediamo in studio per parlarne?